CHE COSA È LA CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE?

La chirurgia maxillo-facciale è una specialità che si occupa del trattamento chirurgico di una notevole varietà di patologie che possono coinvolgere il distretto della testa e del collo.

 

E’ una specialità che può essere conseguita solo da laureati in Medicina e Chirurgia e ha un percorso formativo di 5 anni, necessario per conseguire il titolo di specialista, anche se l’affinamento delle competenze chirurgiche e la super-specializzazione in alcuni particolari settori richiede talvolta tempi più lunghi.

 

Questi sono i principali settori di cui si può occupare un chirurgo maxillo-facciale (per ulteriori informazioni e maggiori dettagli cliccare sul programma delle scuole di specialità italiane di chirurgia maxillo-facciale):

 

1. Terapia dei traumi delle ossa della faccia (mandibola, mascellare superiore, zigomi, naso, fronte, eccetera); non vengono invece trattati i traumi cranici che comportino lesioni del sistema nervoso centrale (cervello e contenuto endocranico), di competenza dei neuro-chirurghi, con i quali ci possono essere spesso collaborazioni nel caso di traumi complessi che coinvolgono contemporaneamente le ossa facciali e quelle del cranio.

 

2. Terapia delle ferite traumatiche della cute del volto (non vengono invece generalmente trattate le ustioni della cute del volto).

 

3. Terapia delle dismorfie dello scheletro facciale – la cosiddetta chirurgia ortognatica – che si pone come obiettivo quello di correggere i casi di posizione errata della mandibola e/o del mascellare superiore mediante osteotomie (tagli) delle ossa mascellari e la successiva ricollocazione in posizione adeguata e fissazione con viti e placche in titanio (metallo).

 

4. chirurgia per la correzione delle malformazioni congenite della faccia, della bocca e dello scheletro facciale, ad esempio le labiopalatoschisi (labbro leporino).

 

5. Asportazione di lesioni cistiche o di altre neoformazioni benigne che si sviluppano nel contesto delle ossa della faccia (tipicamente nella mandibola e nel mascellare superiore) a discapito dell’osso stesso che viene riassorbito.

 

6. Asportazione di neoformazioni benigne e maligne dei tessuti molli della cavità orale (lingua, guancia, pavimento della bocca, palato, ecc.) e successiva ricostruzione dei tessuti rimossi con l’intervento mediante, ad esempio, trapianti di tessuto osseo o di tessuti molli .

 

7. Interventi di implantologia per consentire la successiva riabilitazione protesica da parte di colleghi odontoiatri o specialisti in odontoiatria.

 

8. Chirurgia ricostruttiva della faccia in caso di riassorbimento o perdita dell’osso dello scheletro facciale.

 

9. Microchirurgia ricostruttiva dei tessuti gengivali.

 

10. Estrazione complessa di denti inclusi nella mascella e nella mandibola (ad esempio quando si trovano in profondità e vicini a strutture anatomiche importanti quali arterie e nervi).

 

11. Chirurgia delle ghiandole salivari minori e maggiori.

 

12. Chirurgia delle patologie infiammatorie e delle infezioni delle ossa mascellari, dei seni paranasali e dei tessuti molli della faccia che non rispondono alla sola terapia antibiotica.

 

13. Trattamento di malformazioni congenite quali ad esempio il labbro leporino (labio-palato-schisi).

 

14. Ricostruzione dello scheletro facciale con trapianti ossei in caso di gravi difetti conseguenti a forte riassorbimento dopo la perdita dei denti o dopo traumi, anche per consentire l’inserimento di impianti dentali e la conseguente riabilitazione protesica in casi altrimenti ingestibili.

 

15. “Riempimento” a scopo estetico dei tessuti molli delle labbra e del volto con tecniche quali il cosiddetto lipofilling che consiste nell’iniezione di cellule adipose adeguatamente trattate prelevate, ad esempio, dal grasso addominale dello stesso paziente.

 

L’attività del chirurgo maxillo-facciale si integra spesso con quella di altre specialità medico-chirurgiche, dove la stretta collaborazione tra colleghi di differenti branche consente l’ottimizzazione dei risultati.

Alcuni esempi : 

La terapia delle dismorfie facciali necessita spesso di una preparazione odontoiatrica dei denti e, in particolare, dell’intervento dell’ortodontista. La scorretta posizione delle ossa della faccia si accompagna sempre ad una scorretta occlusione dei denti che devono essere assai spesso riposizionati prima di procedere all’intervento di chirurgia ortognatica.

L’utilizzo di impianti dentali per sostituire denti mancanti necessità di un volume osseo della mascella e della mandibola. Qualora questo sia insufficiente, l’odontoiatra può richiedere la collaborazione del chirurgo maxillo-facciale per la ricostruzione dell’osso mancante.

Alcuni casi di sinusite mascellare che possono originare da denti infetti, da cisti infettate o da impianti dentali inseriti in modo scorretto possono estendersi anche ad altri spazi (seni paranasali etmoidali, frontali, sfenoidali): questi si trovano molto profondamente e vicini alla base del cranio e al suo contenuto, il cervello). Mentre il trattamento della sinusite mascellare (se non guarisce con la sola terapia antibiotica) può essere effettuato dal chirurgo maxillo-facciale con interventi eseguiti dall’interno della bocca, la terapia chirurgica di sinusiti estese ai seni etmoidali, frontali, sfenoidali può dover essere eseguita con tecniche endoscopiche particolari da uno specialista in otorinolaringoiatria, spesso con interventi “combinati” e simultanei.

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